RICONOSCERE E VIVERE LA VERA SAGGEZZA

Un articolo di Alessandro Carli

Quando ci si riferisce ad una persona saggia, solitamente salta alla mente un uomo di una certa età, la barba lunga, con una grande esperienza di vita e che dispensa perle di buon senso dalla mattina alla sera dall’alto del cocuzzolo di una montagna: a proposito di luoghi comuni! Perché mai non può essere un giovane, magari donna, che si affaccia appena alla vita e che ogni tanto non dica anche qualche minchiata dalla panchina di un parco cittadino?

Non c’è dubbio che una persona di età avanzata abbia accumulato molta esperienza nella vita; quindi, ha commesso molti più errori da cui ha potuto imparare; ma come ho già avuto modo di dire in altre sedi, se i presupposti su cui si ritiene di aver imparato qualcosa sono fallati in partenza, l’esperienza non serve a molto e si continuerà a fare gli stessi errori: di vecchi idioti è pieno il mondo! È altrettanto vero, però, che la solitudine agevola l’introspezione e, quindi, la capacità di analizzare i fatti con un certo distacco; tuttavia, poiché ciò da cui si deve imparare di più riguarda le relazioni ed il nostro approccio ad esse, il tanto decantato “distacco” dal mondo può produrre tutt’al più colossali pippe mentali… sebbene temporanei “ritiri” dalla quotidianità dedicati alla riflessione e all’autoanalisi restino sacrosanti.

Ora che si è capito cosa NON sia la saggezza, vediamo invece cosa lo è:

Ritengo che, alla fine della giostra, la saggezza stia nella capacità di distinguere ciò che è importante da ciò che lo è di meno nella nostra vita, nel suo insieme, cosa molto meno facile da fare di quanto si pensi, soprattutto quando non si hanno chiare le nostre priorità.

Prima di addentrarmi in queste priorità, però, vorrei condividere le 5 cose che la maggior parte delle persone che si trova in punto di morte rimpiange di non aver fatto nella sua vita:

  1. Non aver avuto il coraggio di vivere la propria vita invece di come gli altri si aspettavano da loro;
  2. Essersi impegnati troppo nel lavoro;
  3. Non aver avuto il coraggio di esprimere i loro più profondi sentimenti;
  4. Non aver tenuto abbastanza i contatti coi propri amici;
  5. Essersi accontentati ed aver rinunciato alla piena felicità.

Puoi mentire a te stesso ovunque ed in qualsiasi momento, ma non certo su un letto davanti alla morte e la cosa interessante è che nessuna di queste 5 cose sono rimorsi, bensì rimpianti: non tanto ciò che si è fatto, ma ciò che NON si è fatto! Perché? Perché presi da mille impegni e con la testa piena di falsi “idoli”, non si è riusciti a capire cosa fosse veramente importante per noi.

Avendo lavorato negli ultimi 30 anni a stretto gomito con persone di ogni provenienza e professionalità, credo di essere in grado di proporre una gerarchia di riferimenti che aiuti le persone a “programmare” la loro vita sulla base di ciò che è per loro vitale dare la priorità. Questa gerarchia non entra nel merito dei singoli aspetti a cui dare la priorità, che sono unici per ognuno di noi, ma fornisce semplicemente quegli orientamenti di base su cui costruire la propria esistenza.

I Principi – Sono le leggi della Natura a cui tutti siamo soggetti incondizionatamente. Se progetto la casa dei miei sogni, la progettazione in sé è certamente un aspetto importante, ma prima ancora di questo devo assicurarmi che sia costruita in modo solido e con materiali idonei, in grado di resistere alle intemperie ed altre possibili sollecitazioni: in altre parole, occorre fare i conti con le leggi della fisica e della chimica. Così la nostra vita. Prima di pensare a come la voglio vivere, devo fare i conti con quei principi che, se ignorati o violati, possono rendere la mia esistenza un inferno, a prescindere da quanto possa sembrare idilliaca in teoria.

I Valori – Mentre i principi sono riferimenti assoluti (leggi), i valori sono riferimenti interiori e soggettivi, stati emozionali che vogliamo provare il più spesso e il più a lungo possibile, determinando gli obiettivi che ci porremo nella vita. Il problema coi valori è che sono solitamente confusi, lasciati in balìa delle nostre pulsioni più basiche, rendendole pessime guide interiori per noi. Solo attraverso un profondo e ben ponderato lavoro su una cosiddetta “gerarchia dei valori” è possibile mettere ordine in questo sistema ed usare i nostri valori come bussole interne che ci aprono nuovi sentieri.

I Sentimenti – Così come spesso e volentieri si confondono principi e valori, che sono in realtà aspetti molto diversi fra loro, si confondono anche emozioni e sentimenti. Le prime sono semplici segnali che manifestano a livello corporeo ciò che avviene nella nostra mente; i secondi sono stati d’animo, meno intensi delle emozioni, e al tempo stesso più longevi e ad ampio spettro che di fatto condizionano il nostro modo di relazionarci con noi stessi e con il mondo. Per questo è importante prenderne atto e, soprattutto, non reprimerli. Le emozioni esprimono solo una “verità” momentanea su di noi, semplici risposte a determinati eventi; i sentimenti ci dicono chi siamo, rivelando la nostra verità, che non possiamo ignorare.

Le Afflizioni – Anche in questo caso si fa confusione tra dolore e afflizione (o sofferenza). Faccio un esempio per capire la differenza. Se vengo da te e ti do uno schiaffo, proverai dolore, ma quanto durerà? Qualche secondo o pochissimi minuti, no? Tuttavia, noi esseri umani abbiamo bisogno di dare un significato agli eventi e uno schiaffo non è solo uno schiaffo, ma è legato ad un’intenzione. Perché ti ho dato uno schiaffo? Volevo esprimerti la mia rabbia o volevo solo scuoterti per svegliarti? Era una dimostrazione di forza per sottometterti o di disperazione? Era un atto di odio o un atto (magari estremo) di amore? Se interpreti quel gesto nel modo peggiore, cioè come un’offesa, non solo proverai dolore, ma anche afflizione… che può andare avanti per anni! Il dolore causato dallo schiaffo non è provocato da te, ma l’afflizione che ne consegue sì, ed è per questo che è necessario farci i conti.

A mio avviso, la saggezza non consiste tanto nel dispensare pillole di profonda verità che colpiscono l’immaginario, ma non toccano minimamente le vere corde che fanno “vibrare” tutti noi, quanto nell’avere una profonda chiarezza di come stanno davvero le cose, soprattutto quelle “interiori”, quelle che ci riguardano più da vicino, e da queste formare una comprensione più ampia della realtà.

Partendo dal basso, rimodulando i pensieri negativi dai quali scaturiscono le nostre afflizioni; facendo poi i conti coi nostri veri sentimenti, discernendoli, e far emergere quelli più sani e potenzianti; da qui poi definendo una chiara gerarchia dei nostri valori più alti; ed infine, allineandoci con le leggi della Natura (principi)… assumiamo pieno controllo della nostra vita.

Se non è saggezza questa…!

Alessandro Carli