“SAPERE, NON CREDERE”
Solitamente, si associa la fede alla religione o alla spiritualità e sebbene ci sia ovviamente uno stretto legame tra questi due aspetti, tale legame lo si trova anche in qualsiasi altro ambito.
Ad esempio, posso avere fede nel fatto che domattina il sole sorgerà di nuovo e che se anche fosse nuvoloso, SO che dietro c’è il nostro amatissimo astro ad illuminare il giorno; o, se sono un pendolare, poiché c’è un treno che parte ogni mattina alle 6.30, SO che mi devo organizzare per essere in stazione per quell’ora.
O ancora, se amo la mia partner di vita e sono felice con lei, SO che tale sentimento è ricambiato; o, se mi sono impegnato molto per vincere una gara, SO che posso ottenere un grande risultato o perfino vincere quella gara.
E quindi, il centurione romano che va da Gesù per chiedergli di guarirgli il servo morente, SA che Gesù è in grado di farlo! Non gli sfiora nemmeno che possa essere altrimenti, sulla base di una semplicissima, ma potente analogia (“Se do un ordine ad un mio soldato, non devo poi controllare se è stato eseguito: SO che sarà così! Allo stesso modo, se dai ordine ai tuoi angeli di guarire il mio servo, non hai bisogno di accertarti che lo abbiano fatto: così E’!“).
Il “credere”, qui, non c’entra niente: le cose, o le sai o non le sai e se le sai è perché c’è qualcosa dentro di te che te lo sta urlando, che non puoi reprimere e che, soprattutto, lo senti vero come se lo stessi vedendo coi tuoi occhi e con tutta la tua anima.
Ecco, questa è la fede, una fede di cui tutti siamo capaci in qualsiasi contesto e momento, a maggior ragione quando in gioco c’è qualcosa di straordinariamente importante per noi.
Lavorando come coach con persone che si trovano in un momento critico della loro vita, tutte le sante volte provo questa fede nella loro capacità di uscirne, anche quando esse hanno già gettato la spugna. Dopo 30 anni e dopo averne viste di ogni colore, non devo credere che ogni essere umano ha in sé più forza e valore di quanto egli possa immaginare: io SO che è così!
Purtroppo, non è sufficiente che sia solo io ad avere questa fede: anche e soprattutto il diretto interessato deve provare quello stesso sentimento. Il più delle volte, ci riesco ad aiutare il mio interlocutore a cambiare il suo stato mentale… ma non sempre, poiché anche lui deve metterci del suo ed è così che dev’essere! Dopotutto, se lo stesso Gesù diceva sempre “E’ la TUA fede ad averti salvato!”, ci posso forse riuscire io a far accadere il miracolo a prescindere dalla volontà del diretto interessato?
Passare da uno stato mentale del credere ad uno del sapere è forse la sfida interiore più impegnativa e difficile che qualsiasi essere umano possa affrontare e, per questo motivo, è anche quella che, se vinta, è in grado di portare chiunque a livelli di autostima e di consapevolezza inimmaginabili!
Sulla base dei miei riscontri a livello personale e professionale, queste sono alcune indicazioni che mi sento di dare per agevolare questo passaggio.
– Evitare di identificarsi con la situazione sfidante in cui ci si trova – Riconoscersi nella difficile situazione che si deve affrontare crea un’associazione diabolica piuttosto complicata da gestire. Se, ad esempio, si rischia il fallimento (di un’attività, di una relazione, ecc.), si tende ad identificarci con quella situazione e, di conseguenza, s’insinua il pensiero di essere dei falliti. Gli eventi, soprattutto quelli indesiderabili, hanno il solo scopo di aiutarci proprio a mettere alla prova la nostra fede, al fine di aiutarci ad accedere ad un altro livello di esistenza.
– Fare riferimento alla Natura – “Credere” è il risultato di convinzioni che abbiamo acquisito direttamente o indirettamente nel corso della nostra vita. In quanto tali, lasciano il tempo che trovano, ma finché le accettiamo acriticamente, permettiamo loro di diventare inutili, se non dannose, verità di comodo. La Natura nel suo insieme è la sola ed unica Verità a cui fare riferimento: ciò che vale per Essa, vale per qualsiasi altra cosa, poiché tutto ciò che esiste è Natura, noi compresi. Prendersi il tempo di conoscerla meglio e di comprendere lo scopo che persegue si traduce in un “Sapere” reale. Se conosci una fonte più autorevole, ti prego di farmelo sapere.
– “Sapere” è l’anticamera della fede – Il fatto di comprendere meglio come funzioni la Natura non significa ipso facto che saranno tutte rose e viole per noi, anzi. Certamente, ci pone su un altro livello… ma ci sono ancora tanti altri livelli da scalare! Ed è qui che entra in ballo la fede. Se una persona di cui ti fidi (fede e fiducia: stessa radice) ciecamente perché la conosci bene da anni fa qualcosa di incomprensibile, di inaspettato e per te discutibili, che fai? Perdi all’istante la tua fiducia in lui o magari cerchi di saperne prima di più sul motivo del suo comportamento? Nel primo caso, ti eri solo limitato a “credere” in lui; nel secondo, tu “sai” chi è veramente, “sai” che dietro quel comportamento ci dev’essere altro che ancora non conosci, ma che sei determinato a scoprire.
Questa è fede.