ATTEGGIAMENTO MENTALE PERDENTE (CHE SI PUO’ CAMBIARE)

So per esperienza (diretta e indiretta) come funziona l’atteggiamento mentale perdente, quello che ci fa vivere male e fa vivere male chi ci sta vicino, quello che attira a noi situazioni, emozioni, esperienze negative e distruttive.

L’atteggiamento mentale perdente è quello dei pessimisti, delle vittime, dei collerici, dei tristi e dei falliti (emotivamente e/o materialmente) è sempre e comunque distruttivo ed è l’opposto all’atteggiamento mentale vincente, quello che adottano le persone di vero successo: quelle che si sentono felici ed attirano a sé l’abbondanza, la gioia e la pienezza, quelle capaci di creare armonia e benessere.

Di certo, un atteggiamento mentale perdente non ci rende felici.

Felicità… la Meta dell’essere umano è di fatto una scelta. Come lo è, per definizione, il nostro atteggiamento: “ il modo di disporsi o di presentarsi, come riflesso di un determinato stato d’animo o come forma deliberatamente assunta di comportamento”

#Deliberato, #deciso, #scelto… appunto, che dipende da noi e soltanto da noi.

Ci vuole determinazione e volontà di essere felici per scegliere un atteggiamento propositivo nel vivere la vita, tanto nei momenti belli come nei momenti brutti. Niente avviene per caso. Decidere che questo è vero, possibile e positivo per noi e per chi ci sta vicino – mi riferisco al fatto che possiamo scegliere e dunque cambiare atteggiamento – è un atto di umile saggezza che ci riconduce al nostro centro interiore, al nostro Essere più genuino: quello che ci spinge verso la #felicità che meritiamo, per la quale siamo nati. Non è forse l’essere umano Amore reso materia? Possiamo affermare che l’Amore è Felicità pura in tutte le sue manifestazioni?  

Seguendo questi ragionamenti possiamo dire che la Felicità la troviamo solo ed esclusivamente dentro di noi, adottando un atteggiamento vincente e positivo. Ho usato apposta il verbo “trovare” perché si tratta “semplicemente” d’incontrare quello che già abbiamo, accorgercene che è sempre stata lì, la Felicità, accoglierla ed accettarla.

Le persone felici e piacevoli, quelle pure più produttive, sono coloro i quali affrontano la vita con positività, ottimismo e candida attesa del meglio.

Il pessimista mai sarà felice e possibilmente nemmeno piacevole e produttivo, perch’é costantemente preoccupato per le sciagure che possono accadere nel futuro e tormentato per quelle successe nel passato. Il pessimista interpreta ogni cosa come minaccia e si comporta in un modo sgradevole, talvolta peggio…

E’ così che la pratica della Presenza torna, anche questa volta, protagonista indiscussa nella soluzione. Non generalizzare, non mischiare passato, presente e futuro, non assentarsi ne chiudersi… essere collegati con il momento che si sta vivendo e con le persone che condividono con noi il percorso.

Leggevo ieri un articolo su un giornale spagnolo on line. Diceva che è sempre più diffuso (e dannoso) fra le persone il multi-thinking (la declinazione mentale del multitasking), un anglicismo per denominare quello che volgarmente viene chiamato in italiano “farsi seghe mentali”.

L’articolo in questione sosteneva che chi soffre di multi-thinking ha più probabilità di soffrire depressione, ansia e, per giunta, sarebbe propenso all’ira, l’autodistruzione e al fallimento. Pare che la mente che compulsivamente frulla pensieri non sia in grado di frenare il vortice che lei stessa ha creato. Anche perché, solitamente, a frullare in testa senza controllo sono i problemi, le preoccupazioni, le delusioni e i pensieri negativi in generale.

Altra caratteristica dannosa dell’atteggiamento mentale perdente è proprio l’aggettivo “mentale” che si trasforma in patologico: pensieri intrappolati in testa, che non esterniamo, che non comunichiamo perché “non sappiamo cosa dire”, oppure per timore a dire qualcosa di sbagliato o semplicemente perché non abbiamo coraggio. In sostanza, non diamo a quei pensieri l’occasione di diventare materia tangibile (scrivendoli, condividendoli a voce, ecc) e dunque non diamo loro nemmeno l’occasione di essere messi in discussione, per trasformarli in qualcosa di positivo. Della serie “meglio un male conosciuto, che un bene sconosciuto”

Coloro i quali si fanno tante seghe mentali finiscono intrappolati in gabbie mentali sempre più ermetiche e difficili da aprire, anche se la chiave ce l’hanno in mano… e di fatto, soltanto loro possono usarla.

Sarebbe piuttosto semplice, eppure loro non la vedono in questo modo e pur di non darsi torto, giustificano in mille modi l’utilità di rimuginare e di tenere ben al sicuro i loro pensieri maledetti… quanta tristezza, quanto tormento e quanto dolore… tanto che a volte l’unica soluzione che vedono è quella di sfuggire e così facendo procrastinano ed ingrandiscono maggiormente il problema.

In definitiva, questo post ha l’obiettivo di mostrare una strada alternativa a quella perdente, tendere la mano a coloro i quali si trovano in difficoltà. Desidero alimentare ragionamenti positivi su aspetti fondamentali che ci aiutano a vivere meglio.

Con la mia riflessione volevo mettere l’attenzione su alcuni concetti e comportamenti che hanno la tendenza ad attrarsi, a concatenarsi:

Da una parte, rimuginare pensieri negativi porta al pessimismo, a farsi seghe mentali, ad adottare un atteggiamento mentale perdente, chiudersi in gabbia, mostrare rabbia, fallire, vivere in povertà (quella mentale è pure peggio), isolarsi, fare del male agli altri… essere infelici. 

Per fortuna c’è una sequenza contrapposta: scegliere pensieri positivi che portano all’ottimismo, alla voglia di comunicare e arricchire la propria realtà con lo scambio di idee e soluzioni, e lo si fa in presenza, con un atteggiamento mentale vincente, ovvero aperto e libero di contro-intenzione dannose, un atteggiamento che attira successo, abbondanza e felicità.

Non sarà facile, come molti di voi starete pensando, ma merita decidersi. Mai è tardi per farlo, ADESSO è il momento migliore e solo noi possiamo farlo. Come? decidendo, scegliendo, cambiando, senza però e senza ma. E se da soli non si riesce, si chiede aiuto. Basta scuse, basta giustificazioni.

Si può!

Ana Alvarez